Fobia e la dieta coerente con il trattamento
Nella fobia è utile una dieta coerente con il trattamento per commisure i carichi alla circadianità del cortisolo e aumentare cibo a PRAL negativo. La fobia appartiene al campo emozionale paura, deputato biologicamente alla tutela della sopravvivenza individuale e della specie. Tale emozione si attiva dopo percezione di un pericolo, reale o immaginato. La fobia è una paura orientata ed è pertanto un’emozione primaria, comune sia alla specie umana, sia a molteplici specie animali. L’attivazione è istintuale dunque procede dalle parti più antiche del sistema nervoso umano e non risente se non come aggravante, delle strutture cerebrali nuove deputate al ragionamento logico. La fobia è un aspetto parziale e altamente specializzato della paura. Il termine fobia deriva dal greco “phobos” che significa appunto paura. Nella fobia però si tratta di forma paura orientata verso precise situazioni, oggetti, attività o persone. La fobia da un punto di vista biologico salva il soggetto da forme di pericolo precise e ben delimitate. Pertanto la paura si amplifica esclusivamente a contatto con le stesse. La fobia è una paura altamente specializzata. Talvolta la fobia è maggiormente estesa e può nei casi più impegnativi, limitare l’autonomia del soggetto. Questo avviene quanto la fobia è orientata verso qualcosa o qualcuno che non rappresenta un reale pericolo.
Il sintomo principale di questo disturbo è l’irrefrenabile desiderio di evitare l’oggetto, la persona o la situazione che incute paura. La fobia tende a fuggire o evitare ciò che immagina come pericolo, senza più operare un bilanciamento correttivo con il senso di realtà. L’irrazionalità del comportamento durante la fobia è dovuta all’estensione emozionale che nelle giuste proporzioni rappresenterebbe invece un vantaggio selettivo nella lotta per la sopravvivenza. La paura equilibrata o normopaura permette infatti di superare con successo una situazione di pericolo e rappresenta pertanto una reazione utile e fisiologica. Al contrario una paura patologica rappresenta una sua amplificazione emotiva che non esprime più vantaggio, ma limita la vita del soggetto e può causare una sofferenza significativa.
Il paziente sofferente di fobia ha vissuto un intenso conflitto biologico con attivazione della paura su un dettaglio spesso non rilevante della scena traumatizzante. In tale situazione di emergenza il sistema nervoso centrale subisce un adattamento teso a evitare il ripetersi del trauma. Le parti più recenti del cervello deputate al ragionamento logico vengono meno irrorate dal sangue, pertanto il paziente diventa meno intelligente. Al contrario le parti più antiche del cervello, quelle deputate al comportamento istintuale, vengono maggiormente irrorate e saranno quindi loro a gestire l’emergenza in atto o presunta. Durante una situazione di emergenza il sistema nervoso centrale registra ogni piccolo particolare legato alla scena traumatizzante per disporre in seguito di tutte le informazioni necessarie alla prevenzione. Queste informazioni saranno utilizzate per gestire il pericolo o evitarlo. In questo processo può avvenire che a causa dello scarso controllo razionale dettagli della scena traumatizzante vengono estesi nella memoria oltre ogni applicabilità sensata. La fobia esalta dunque un dettaglio ritenuto significativo dalle parti meno razionali del sistema nervoso centrale. Talvolta questo accade perché il dettaglio è stato prima desiderato, mentre in seguito si è rivelato un grave pericolo. L’evento traumatico di cui il paziente registra il dettaglio spesso risale al periodo dell’infanzia. La fobia può permanere tutta la vita implicando risposte non più idonee alla sopravvivenza individuale e della specie. Questa condizione patologica diviene motivo di sofferenza talvolta anche notevole. In tal caso è necessario un trattamento.
La dieta può svolgere un ruolo nel trattamento delle varie forme di fobia. Una buona anamnesi e una visita medica sono essenziali per la diagnosi iniziale e sopratutto per escludere qualunque malattia organica, che possa provocare gli stessi sintomi. La fobia comporta una stimolazione dell’asse HPA e del sistema nervoso simpatico. Questa risposta simpatica ed endocrina è caratterizzata da aumento della frequenza cardiaca, alterazione della termoregolazione e l’inibizione della secrezione d’insulina. Si tratta di reazioni corporali sensate per attuare la risposta ad un pericolo. Il rilascio a livello cerebrale di CRH nell’ipotalamo e noradrenalina nel locus coeruleus determina oltre alla stimolazione delle surrenali e all’instaurazione di un rapporto sfavorevole tra secrezione di cortisolo e DHEA, anche l’inibizione della secrezione d’insulina. Tali interazioni coinvolgono anche l’amigdala mediatrice della memoria emotiva e degli stati di paura e fobia.
La dieta coerente con il trattamento è bilanciata alle retroazioni ormonali indicate. Questo comporta un equilibrio di carichi e pertanto benessere fisico incidendo tramite le retroazioni anche sull’ equilibrio ormonale. Tale condizione corrisponde a una modulazione favorevole della espressione o escursione emotiva durante la fobia. Il paziente alimentato con una sequenza nutrizionale, corretta da rapporti glicemici commisurati alla circadianità del cortisolo e soprattutto che non perde massa magra, soffre infatti meno anche sul piano emozionale. I conflitti biologici affrontati nella vita sono ovviamente sempre gli stessi, ma la capacità emotiva di gestire tali conflitti è implementata. Dieta e fobia sono interconnessi da rapporti ormonali precisi a volte favorevoli a volte meno. La dieta può ristabilire tali rapporti favorendo tramite i feedback ormonali anche uno stato di equilibrio emotivo.
La dieta coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere la risposta infiammatoria e la acidificazione associata a molte patologie. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia. Una dieta coerente con il trattamento si associa efficacemente a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata e trascurata nelle prescrizioni. Il trattamento tramite dieta è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in dieta del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello