Bronchite e dieta coerente con il trattamento
Nella terapia della bronchite risulta utile associare una dieta per limitare il danno prodotto dall’infiammazione cronica tramite strategie alimentari idonee a ridurla. La bronchite è una malattia caratterizzata da tosse, con o senza produzione di espettorato. Alla bronchite cooperano spesso i virus che infettano l’epitelio dei bronchi, con conseguente infiammazione e aumento della secrezione di muco. In altri casi son implicati batteri o miceti. La maggior parte dei casi è in relazione allo smog immesso intenzionalmente nell’ambiente . Un episodio di bronchite acuta si verifica spesso come complicanza di una infezione delle prime vie aeree. La bronchite cronica invece si sviluppa con l’esposizione ripetuta ad irritanti delle vie respiratorie. Il fumo e i tossici industriali sono certamente i fattori irritativi più comuni oppure è causata da recidive infiammatorie a carico dell’epitelio respiratorio dei bronchi.
L’aumentato numero di cellule che producono muco nei bronchi e bronchioli e l’ampliamento delle ghiandole tracheali che muco secernenti comporta un importante incremento della secrezione di muco. L’ ostruzione o resistenza al flusso d’aria della bronchite cronica è dovuta dal formarsi di tappi di muco nei bronchioli. La tosse è un sintomo comune ed esprime il tentativo di espellere il muco in eccesso dai polmoni. Altri sintomi della bronchite sono: mal di gola, dispnea, stanchezza, rinorrea, febbre ed espettorato. La bronchite può essere diagnosticata da un medico mediante la clinica e l’auscultazione dei polmoni. La radiografia del torace è necessaria per escludere una polmonite.
La terapia convenzionale della bronchite adotta i broncodilatatori, gli antivirali, gli antibiotici in caso di superinfezione, i mucolitici, i cortisonici e gli antinfiammatori. Altri farmaci utilizzati sono gli adrenergici, anticolinergici e gli espettoranti. Troppo spesso la terapia convenzionale si limita a considerare i farmaci chimici e trascura in modo marcato interventi sullo stile di vita e il cibo ingerito dal malato. Anche la negligenza nella cura dell’ambiente è una omissione di intervento che desta enormi preoccupazioni. Si consiglia pertanto di associare alla terapia basata dui farmaci anche una dieta coerente con gli obiettivi del trattamento Il pregio della dieta risiede nel fornire anche uno strumento valido di prevenzione delle recidive oltre che certamente di supporto nella terapia per le fasi acute. Una dieta coerente nella bronchite serve per applicare strategie alimentari idonee a ridurre l’ infiammazione cronica e la situazione metabolica iperacida tipica in questi pazienti. Il ciboi interferisce in modo significativo con il corretto equilibrio del cortisolo. Stress e nutrizione inadeguata comportano, infatti, una disregolazione testa del ritmo circadiano dei glucocorticoidi. Alla presenza di stress sia endogeno, sia esogeno e a ritmi alimentari non coerenti, si assiste a un’alterazione dell’asse HPA. Gli effetti negativi di una circadianità perduta cortisolo e delle alterate retroazioni ormonali comportano l’alterazione della corretta risposta infiammatoria. Una dieta coerente e personalizzata seleziona i pasti secondo le retroazioni ormonali indicate, determina un equilibrio acido-base e un contenimento della risposta infiammatoria.
La dieta è anche uno strumento di prevenzione importante. Il cibo e la cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite dieta è integrativo di altri strumenti di terapia che rende maggiormente efficienti. Una dieta coerente richiede esami strumentali oltre che la valutazione del paziente. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in dieta del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello